“Benedirò il tuo nome per sempre, Signore” (Salmo 144)
SIAMO TRA I VIVI
«Sono diventato un pellegrino per guarirmi dall’essere un esiliato»
G. K. Chesterton

È da molti anni che questo motto mi accompagna.
Non è una novità delle ultime settimane.
Lo tiro fuori volentieri in risposta a chi mi saluta chiedendomi come va,
domanda che recentemente mi viene rivolta spesso.
Sono abituato alle reazioni di chi si sente rispondere «Siamo tra i vivi»:
scatto di sorpresa, sguardo interrogativo, accenno di un sorriso.
Questo modo di dire non ha nulla di scaramantico e nemmeno
di lamentoso, anzi nasconde una gioia.
Mi ricorda prima di tutto che la vita mi viene donata ogni giorno.
Elementare, niente affatto banale.
Il dono è davvero ricevuto quando ci si apre alla riconoscenza.
Ha proprio ragione san Paolo ad esortarci:
«In ogni cosa rendete grazie» (! Ts 5,18).
Essere tra i vivi oggi significa assumere il presente concreto
nelle circostanze e nei rapporti, riconoscendone i limiti e
le opportunità. Non posso lasciar scorrere invano il tempo,
pensando che ce n’è sempre e illudendomi di aver tutto a disposizione,
come fece il ricco stolto della parabola (cfr Lc 12,15-21).
L’oggi è il primo talento ed anche se fosse l’unico che mi viene consegnato,
guai a sotterrarlo o a metterlo in vetrina.
Se sei tra i vivi, non accontentarti di una sistemazione.
Non ubriacarti di potere, di possesso e di piacere.
Non rassegnarti a conservare bei ricordi, buone abitudini,
solide convinzioni.
Non abituarti ad evitare sorprese,
a scansare problemi, a girarti dall’altra parte, ed a pensare solo a te stesso.
Ti basta sopravvivere o cerchi di più? Segnalo una buona lettura:
G. K. Chesterton, Le avventure di un uomo vivo. (dN.B)