“Il Signore ha rivelato ai popoli la sua giustizia” (Salmo 97)
11 ottobre 1962-2022:
60° inizio Concilio
Siamo alla vigilia del giorno in cui celebreremo i sessant’anni dall’apertura
del Concilio Ecumenico Vaticano II. Lo ricorderemo a messa martedì 11
ottobre.
Intanto meditiamo su quanto ha espresso, in occasione del 50° anniversario
(2012), papa Benedetto XVI:
“In un tempo, come quello in cui viviamo, che continua ad essere segnato da una
dimenticanza e sordità nei confronti di Dio, il Concilio è una bussola che permette
alla nave della Chiesa di procedere in mare aperto, in mezzo a tempeste o ad
onde calme e tranquille, per navigare sicura e arrivare alla meta. Un grande
evento di Chiesa, di cui sono tato testimone diretto, un ‘grande affresco’, un
‘momento di grazia’ di cui continuiamo anche oggi a coglierne la straordinaria
ricchezza. Dobbiamo imparare la lezione più semplice e più fondamentale del
Concilio e cioè che il cristianesimo nella sua essenza consiste nella fede in Dio,
che è Amore trinitario, e nell’incontro, personale e comunitario, con Cristo che
orienta e guida la vita: tutto il resto ne consegue. La cosa importante oggi,
proprio come era nel desiderio dei Padri conciliari, è che si veda – di nuovo, con
chiarezza – che Dio è presente, ci riguarda, ci risponde. E che, invece, quando
manca la fede in Dio, crolla ciò che è essenziale, perché l’uomo perde la sua
dignità profonda e ciò che rende grande la sua umanità, contro ogni riduzionismo.
Il Concilio, in altre parole, ci ricorda che la Chiesa, in tutte le sue componenti,
ha il compito, il mandato di trasmettere la parola dell’amore di Dio che salva,
perché sia ascoltata e accolta quella chiamata divina che contiene in sé la nostra
beatitudine eterna. In questa prospettiva, il Concilio è per noi un forte appello a
riscoprire ogni giorno la bellezza della nostra fede, a conoscerla in modo
profondo per un più intenso rapporto con il Signore, a vivere fino in fondo la
nostra vocazione cristiana.
Ricordo bene quel periodo, dopo tutto il fervore e l’entusiasmo della
preparazione, ho potuto vedere una Chiesa viva che si mette alla scuola dello
Spirito Santo, il vero motore del Concilio. Rare volte nella storia si è potuto,
come allora, quasi ‘toccare’ concretamente l’universalità della Chiesa in un
momento di grande realizzazione della sua missione di portare il Vangelo in ogni
tempo e fino ai confini della terra…
Ritorniamo ad ancorarci alle quattro grandi costituzioni conciliari (Sacrosanctum
Concilium, Dei Verbum, Lumen Gentium e Gaudium et Spes): sono quasi i quattro
punti cardinali della bussola capace di orientarci.
Anche ora siamo chiamati a portare a compimento quanto i Padri conciliari,
animati dallo Spirito Santo, custodivano nel cuore: il desiderio che tutti possano
conoscere il Vangelo e incontrare il Signore Gesù come via, verità e vita.”